Enogastronomia

Il Carasau entra nello Zingarelli

Il vocabolario Zingarelli: è lì in quelle pagine che un sostantivo diventa "nazionale" superando i dialetti regionali, gli slang; è lì che ottiene la piena consacrazione. E la presentazione dell'ultima edizione ha visto l'ingresso in pompa magna della parola "carasau" riferita al pane regionale tipico sardo, originario della Barbagia, che ha delle peculiarità importanti e riconosciute. Orma si potrà dire: "È scritto nel vocabolario" e quindi verrà associato alla lingua italiana.

Il "vocabolo" è stato presentato, insieme allo Zingarelli 2018, al Liceo Classico "Dettori" di Cagliari ed è stata letta la definizione ufficiale, quella che l'accompagnerà per il prossimo futuro: "Tipo di pane sardo a forma di disco molto sottile e croccante, adatto a essere conservato a lungo. Provenienza dal sardo "carasare”, cioè tostare, perché dopo la cottura si ripassa nel forno”.

A parlarne, è stato solo qualche giorno fa, il linguista e critico letterario dell'Università di Cagliari, Massimo Arcangeli, e la sociolinguista e traduttrice letteraria dell'Università di Firenze, Vera Gheno. Strano che i termini derivati dalla "sa limba sarda", insomma dalla lingua sarda, siano molto pochi e riferiti esclusivamente a prodotti culinari, come "guttiau”, che del su pani carasau è una sorta di "derivato", e anche "malloreddus", i tipici gnocchetti sardi. Ma ciò, a ben vedere, non sorprende più di tanto in quanto le specialità culinarie regionali sono spesso d'uso quotidiano nel momento in cui la loro diffusione si "allarga" all'intero territorio nazionale. In ciò l’esempio più calzante è il termine "panettone" che dal milanese è diventato un vocabolo che ha avuto l'onore di entrare nello Zingarelli. Come il carasau.

Tra l'altro, val la pena ricordare che il 2017 è l'anno del centenario del vocabolario Zingarelli (1917-2017).

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